Il
Centrafrica, uno dei paesi Africani più poveri sta vivendo un periodo
drammatico a causa della guerra interna provocata dai ribelli che contestano la
regolare rielezione del nuovo Presidente.
Fortunatamente
nella zona di Nzila, esiste un angolo felice dove quasi tutti i bambini sono tornati
alle loro case, e frequentano normalmente la scuola.
Dopo l’avvio
della scuola materna in questo villaggio, c’è stata una grande richiesta di
istruzione.
Per questo
sono ripresi i lavori per la realizzazione di altre aule e gli operai stanno
coprendo la struttura con le lamiere che abbiamo spedito l’anno scorso.
Il prossimo
mese di ottobre potranno partire i nuovi corsi scolastici.
Le suore si
sono costruite anche la loro casa e hanno fatto installare una delle cucine
donate dalla nostra Associazione.
Mentre a
Nzila i bambini scorrazzano felici nel cortile della scuola, in altre parti del
paese migliaia di profughi, con le poche cose che sono riusciti a portare con
sé, si ammassano cercando riparo negli unici luoghi ancora sicuri, presso le
missioni cattoliche, che non sono più in grado di soddisfare le richieste di
cibo.
Ovunque
impera la miseria, la fame e la paura.
Lo Stato che
conta circa 5.000.000 di abitanti su una superficie pari a due volte quella Italiana,
non ha sbocchi al mare e per le forniture di materiali e viveri dipende da
quanto arriva trasportato su ruote, dagli
stati confinanti come Congo, Sud Sudan e Camerun anch’essi politicamente instabili.
I ribelli che
non riconoscono il Presidente rieletto nel 2020, hanno bloccato tutte le vie di
accesso alla capitale Bangui e al sud più povero dello Stato.
Le loro
numerose razzie e devastazioni hanno fatto fuggire la popolazione nella foresta.
Per cercare
riparo dalle razzie, le campagne sono state abbandonate e non si è potuto
procedere alle semine. Alla mancanza di forniture dall’estero, si aggiunge l’assenza
di prodotti locali e questo sta causando una grave carestia in tutto il paese.
Migliaia di
profughi si stanno ammassando e chiedendo aiuto alle Missioni cattoliche che
non sono più in grado di soddisfare alle richieste di cibo.
Silvana
Tommasini.
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