Fulvio continua
a parlare della sua esperienza in Africa, raccontando che se è stata gratificante
l’esperienza del lavoro svolto a Beira che con i suoi amici Carlo,
Giovanni e Tiziano con i quali
ha risolto tanti problemi in favore della comunità, molto più coinvolgente è
stato l’incontro con le persone durante il suo mese di permanenza in Mozambico.
Nel nostro
viaggio verso un Gorongosa, racconta, abbiamo visto dei venditori di frutta e un
multicolore negozio di abbigliamento. Lungo le sponde del fiume Pungwe ci siamo
fermati ad ammirare le donne che lavavano i panni al fiume per poi stenderli ad
asciugare tutto attorno sui cespugli o sulle rocce. I numerosi bambini che le
accompagnavano si divertivano fra loro anche facendo il bagno.
Lungo il
tragitto siamo stati fermati da due giovani indaffarati attorno ad una
rudimentale distilleria da campo che offrivano ai passanti assaggi delle loro
grappe, nella speranza che qualcuno ne acquistasse qualche boccetta.
Abbiamo
visitato un vecchia falegnameria realizzata dai Portoghesi al tempo del
colonialismo.
Le emozioni
più grandi le ho provate la domenica che Mons. Claudio Dalla Zuanna ci ha
invitati a seguirlo per assistere alla celebrazione di una messa solenne, nel
corso della quale ha impartito la Santa Cresima a numerosi adulti. La chiesa è
un fabbricato disadorno con una copertura in lamiera e degli ampi fori senza
alcun serramento, per far filtrare la luce e arieggiare l’ambiente. L’altare è realizzato
in mattoni con sopra un piccolo tabernacolo di legno, sovrastato da una
semplice croce anch’essa in legno, il tutto in grande contrasto con i ricchi tabernacoli
delle nostre chiese.
Com’è
tradizione nelle cerimonie religiose africane, i cresimandi sono entrati in
chiesa in corteo, ballando e cantando i tradizionali canti religiosi, seguiti
dal vescovo benedicente e dagli altri fedeli.
Mi ha
colpito il portamento del vescovo, tanto ieratico durante la cerimonia quanto
semplice e disponibile all’ascolto dopo aver smesso i solenni paramenti.
Straordinaria la sua disponibilità verso tutti i partecipanti alla festa e la
rispettosa deferenza nei confronti del capo villaggio, solennemente seduto sulla
vecchia poltrona realizzata dai compaesani.
Mi sono commosso
nell’assistere alla processione all’offertorio quando i fedeli, sempre
accompagnati da canti e balli, hanno consegnato le loro povere ma preziose
offerte nelle mani del vescovo che ha ringraziato tutti per i doni ricevuti.
Non solo in
questa occasione ma anche in altri momenti, sono rimasto ammirato nell’osservare
il vescovo, una volta smessi i paramenti da cerimonia, diventare uno di noi.
Con semplicità e disponibilità si immedesimava nei problemi dei suoi fedeli che
lo circondavano per comunicare con lui che rispondeva con calma alle loro
domande.
Quando era
libero dal suo ministero il vescovo era a lavorare con noi e a destreggiarsi
anche in cucina. Una domenica che non c’era la cuoca il vescovo si è messo ai
fornelli per cucinare la pasta e io ho sfornato per tutti una abbondante e
gustosa frittata con uova, pancetta, cipolla e grana.
Alla fine
della nostra permanenza io e gli altri volontari abbiamo avuto in dono da don
Maurizio che ha seguito il nostro lavoro, una coloratissima casacca che porto
con orgoglio a ricordo della mia meravigliosa e coinvolgente nuova esperienza a
Beira.
Ringrazio nuovamente
di cuore i mie compagni di viaggio Carlo,
Giovanni e Tiziano, con i quali ho condiviso tutto il lavoro, il tempo
libero e le esperienze con Monsignor Claudio, tutte cose che alla fine ci hanno
resi amici e con la nostalgia di ripetere al più presto la nostra meravigliosa
esperienza.
Adesso a Beira ci sono i nostri volontari dell’Associazione
Amici per l’Africa Trebaseleghe, nuovamente impegnati nel progetto pozzi. Al
loro ritorno a fine agosto e inizio settembre, i viaggi saranno sospesi perché
Monsignore sarà impegnato per la visita del Santo Padre. Dopo questo importante
momento altri volontari sono pronti a portare il loro contributo di lavoro.
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