Silvana si racconta
Di ritorno dall'Angola Silvana ci ha parlato della sua esperienza a Negage,
Riportiamo un sunto del suo lungo e interessante racconto.
Ero partita con la speranza di rendermi utile. Suor Lucia mi aveva promesso
che mi avrebbe trovato qualche lavoretto da fare.
A consuntivo non pensavo di dover ed essere in grado di lavorare tanto.
E' stato comunque un mese molto intenso sia di lavoro che di esperienze positive e nuove conoscenze.
E' stato comunque un mese molto intenso sia di lavoro che di esperienze positive e nuove conoscenze.
Ho dovuto seguire quotidianamente la mensa per circa 30 persone;
non era facile trovare al mercato tutto quello che serviva;
mi sono specializzata nel realizzare dolci senza tutti gli ingredienti che normalmente si trovano da noi come zucchero uova e farina;
non era facile trovare al mercato tutto quello che serviva;
mi sono specializzata nel realizzare dolci senza tutti gli ingredienti che normalmente si trovano da noi come zucchero uova e farina;
ho inventato un nuovo tipo di cioccolato, risultato gustosissimo per tutti
i bambini che ne andavano ghiotti.
Quotidianamente dovevo preparare 750 panini per la merendina degli scolari.
Ho avuto pure il tempo di istruire alcune ragazze nell'arte del cucito.
Mi sono anche divertita visitando dei posti meravigliosi, ma ve lo
racconterò la prossima volta.
Silvana Tommasini
Nonno Egidio - il gigante buono
Tra i tanti volontari che abbiamo incontrato nel nostro ormai lungo cammino di volontariato, merita sicuramente di essere ricordato e portato ad esempio il nostro amico di Tesero, Egidio Giacomin, conosciuto con l'appellativo di "GIGANTE BUONO". Avere un cuore grande come il mondo, dispensare sorrisi a tutti, essere sempre in prima linea in ogni iniziativa di solidarietà, pronto ad affrontare lunghi viaggi pur di portare il suo aiuto e la sua esperienza di lavoro nei più remoti angoli della terra, sembra una cosa innata e naturale per il nostro Amico che non solo collabora con la Ns Associazione, ma anche con altre.
Non si contano più i viaggi in terra di missione, tanti sono i paesi che ha visitato sorretto da una volontà straordinaria e da una generosità senza confini, è l'esempio di un uomo che ha sempre dato, senza mai pretendere niente in cambio. Pensionati d'Italia, se siete ancora in salute ma vi sentite tristi o emarginati, guardate quest'uomo. E' un esempio di solidarietà per tutti. Lui ha scoperto come essere ancora utile a tanta gente. In un mondo che emargina gli anziani anche se ancora in forma, Egidio ci insegna che siete ancora in grado di dare qualcosa per gli altri.
GRAZIE EGIDIO
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La voce dei Soci --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Saluti a tutti, cari amici e amiche. Siamo stati a Bangui nella Repubblica Centrafricana a lavorare ed anche a pregare durante la S.Messa.
Abbiamo conosciuto la semplicità delle persone Africane. abbiamo visto mamme e figlie lavorare molto per mantenere la famiglia, mentre gli uomini , spesso assenti si disinteressano della famiglia.
Nonostante ci fosse sporcizia ovunque, ognuno aveva la propria dignità ed un vestito pulito.
La domenica era sempre riservata alla preghiera nella Santa Messa e per fare festa.
Vi porto i saluti di tutti quelli che ho conosciuto in Africa.
Altri stralci di qualche riflessione ed esperienza raccontate dai nostri amici.
Romualdo Bottacin:
Vorrei tornare al più presto in Africa, per rivivere le emozioni che in parte ho dimenticato. Mi hanno colpito i bambini le mamme, lo stare insieme. Quando vedevo Africani dicevo, ma cosa vengono a fare qua ? Ora ho
capito che devono venire perchè la muoiono e soffrono e qui cercano un riscatto.
Lorenzo Vedoato :
Il primo impatto con l'Africa è stato duro, dopo ho capito che gli Africani nella loro povertà sono un popolo pieno di rispetto per tutti. Non immaginavo una cosa del genere. La partecipazione della gente, il saluto. Quando cammini lungo la strada ti guardano sempre negli occhi non fingono di non vederti, non guardano mai per terra e ti obbligano a salutarli. Con l'amico Oscar abbiamo visto due mondi due Afriche. Una composta dalle Associazioni e dai Religiosi ed una composta dalle persone che vivono nelle capanne. Due realtà in contrasto tra di loro.
Moreno Peloso:
Silvano Reginato:
Luciano Agostini:
L'Africa mi ha insegnato che qui non abbiamo più il coraggio di esternare le nostre emozioni.
Graziella Pattaro:
Piacerebbe anche a me andare in Africa, ma l'ascolto dei racconti di chi è stato me la fa sentire vicina e la vivo lo stesso. Mi entusiasma lavorare per un ideale.
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La voce dei Soci
L'8 gennaio 2008, nel corso della prima assemblea mensile il Coordinatore Terzo Pattaro, ha chiesto ai presenti se erano disponibili a raccontare le loro esperienze vissute con l'Associazione nel corso del 2007. Ecco le risposte.
Massimiliano - per me il 2007 è stato l'anno zero. Dopo tanti anni di attività all'interno dell'Associazione, con mia moglie ho voluto fare la mia esperienza in Africa e come tanti altri, sono cambiato in positivo.
Monica - ho fatto una bellissima esperienza con mio marito ed il mio primo anno di bilancio è stato importantissimo per la svolta interiore che il viaggio mi ha provocato. Da agosto ad oggi, ho visto tanti volontari che con poco. tutti assieme, riescono a fare molto. E' bello far parte di un gruppo che ha entusiasmo.
Anacleto
quest'anno ho potuto dare poco all'Associazione, per altri impegni famigliari e con la parrocchia ma le sono sempre vicino e ho tanta voglia di tornare in Mozambico perchè voglio contribuire all'avvio della falegnameria di Nampula.
Romualdo - Sono felice per l'accordo che c'è all'interno dell'Associzione. Ho in programma di tornare in Mozambico assieme a Renzo per contribuire come maestro d'arte, all'avvio della falegnameriadi Nampula.
Silvia
Silvana - il gruppo, ha una grande voglia di stare insieme, è cresciuto in breve tempo. Sono aumentate le attività svolte,ma con piacere vedo che è molto cresciuta la disponibilità di tanti amici. Alcuni si sono anche assunti la completa responsabilità di seguire qualche iniziativa. E' grazie a questa disponibilità che non ho più paura di affrontare qualsiasi nuova proposta. Devo anche dare atto che oltre alle solite persone note, ce ne sono molte altre che lavorano in silenzio senza essere viste e conosciute presso la casa di Graziella e di altre famiglie.
Gabriella
Mi piace questa Associazione perchè tutti sanno quello che si fa e tutti possono controllare come vengono gestite le entrate e le uscite. Sono orgogliosa e felice di farne parte anche se a volte mi è difficile essere disponibile, ma è bello.
Moreno - Quest'anno sono stato poco operativo ma ho tanta fiducia nei soci che reputo persone sane, che lavorano con tanto altruismo.
Mario Gigli
Elisabetta - E' la prima volta che partecipo alle vostre riunioni e sono qui perchè mi è sempre interessata l'Africa e vorrei fare un'esperienza. Da fuori posso dire che la vostra Associazione si sta facendo conoscere ed apprezzare per le sue attività.
Lidia - partecipo volentieri all'iniziativa focacce fra amici, anche perchè mi trovo in buona compagnia. Sono disponibile anche quest'anno.
Silvano - Aderisco fin dalla fondazione al gruppo nel quale mi trovo molto bene. Mi piace constatare che tutte le difficoltà vengono sempre superate. Faccio parte di altre Associazioni di Volontariato ma questa è quella che mi gratifica di più perchè vedo tante persone trasparenti e vi partecipano molti giovani e per me, questa è la cosa più bella. Per quanto riguarda le attività svolte in Africa , io sarei più per la realizzazione di piccoli progetti più che per quelli grandi, ma va bene lo stesso perchè facciamo comunque del bene agli altri e a noi stessi.
Pino e Fernanda - Siamo presenti per la prima volta questa sera ed abbiamo piacere di avervi partecipato, perchè io Fernanda voglio fare un'adozione a distanza e mio marito Pino vuole fare un'esperienza in Africa.
Oscar - Sognavo l'Africa da venti anni e due anni fa ho realizzato il sogno che mi ha cambiato la vita. Invito tutti a fare questa esperienza perchè il risultato è sempre positivo, sopratutto per le grandi difficoltà che si devono superare.
Francesco
Renzo - Sono un ammiratore esterno del gruppo e mi considero uno zio dell'Associazione. Sto partecipando al corso di francese perchè ora che sono in pensione voglio fare un'esperienza in Africa. La recente recita teatrale dell'Epifania per me è stata una grande manifestazione del coinvolgimento che l'Associazione ha saputo crearsi attorno.
Terzo - Quando ho fatto il primo viaggio in Africa nel 1988 non pensavo affatto ad una associazione di volontariato e quando l'ho fondata con Carla Pagani ed altri nel 2000, non pensavo che avrebbe lo sviluppo che ha oggi. Grazie a tutti.
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Monica e Massimiliano
Io sono Massimiliano e lavoro nel ramo assicurativo e io sono Monica e lavoro nella revisione contabile. Siamo una coppia di neo sposi e l'8 agosto del 2007 abbiamo intrapreso un viaggio che ci ha cambiato la vita....siamo andati nella Repubblica Centrafricana.
La domanda che ci viene fatta più stesso è: "Cosa avete fatto!?"
Quando raccontiamo ciò che abbiamo fatto, ci sembra troppo poco per descrivere la marea di emozioni che per quindici giorni ha attraversato il nostro cuore!
Ci piacerebbe una domanda del tipo: "Cosa vi ha lasciato l'Africa?"
Uno degli aspetti che più ci hanno colpiti di questo paese è l'accoglienza. Pur non avendo niente di materiale, pur non conoscendo la persona che in quel momento hanno davanti, per loro è importante farti sentire a tuo agio e accoglierti nel miglior dei modi. La naturalezza con la quale ciò accadeva era stupefacente. Ci siamo sorpresi a piangere per piccoli gesti di gratitudine, ci siamo sorpresi nel renderci conto che nei nostri paesi si è imbarazzati a salutare un estraneo perchè in quel momento riteniamo di avere cose più importanti da fare e pensare. A Dekoà nella foresta con le Suore Ruandesi o nella capitale con le Comboniane, non cambia nulla, il saluto è la scusa per un sorriso.
Tornati a casa, con meraviglia abbiamo involontariamente scoperto questa ovvietà. Salutiamo tutti (o quasi) e a sorpresa, riceviamo sorrisi. Allora è vero:"Possiamo riscoprire la semplicità".
Un nostro amico Prete ci ha detto che l'Africa ci resta dentro perchè è pura, e colpisce una parte del nostro animo e del nostro cervello che non viene utilizzata. Noi aggiungiamo che colpisce la nostra parte più pura. Sarà per questo che ci ritroviamo ancor oggi a vivere in maniera più profonda l'Associazione e ciò che fa.
Una volta non potevamo credere alle parole di Terzo, di come con entusiasmo e coinvolgimento ci parlava dell'Africa e delle persone che l'abitano.
Noi un pò provocatoriamente un pò superbi gli domandammo come lui faceva ad essere così malato d'Africa e come poteva trovare Dio in un luogo dove la gente muore e dove la vita media è di 40 anni. Lui ci disse con un leggero sorriso: Quando ci andrete lo capirete, ma sappiate che Dio è proprio lì". Ebbene siamo andati e ci siamo trovati con quella stessa risposta: Dio è in tutto ciò che abbiamo visto. Ma dovessero chiederci il perchè, oltre a rispondere come Terzo diremo anche che descrivere questo è impossibile, perchè descrivere l'Africa è come descrivere un flash. E' come un'immagine che ti illumina per qualche millesimo di secondo e ti resta nel cuore per sempre. Così allora cosa abbiamo fatto? Abbiamo continuato i progetti dell'Associazione con l'adozione di bambini a distanza, il centro handicappati, il progetto donna, la scolarizzazione....e tanti altri. Conserviamo immagini che con la ragione non si riescono a spiegare, come non si riesce a spiegare perchè siamo così attaccati a questo paese che non ha nulla di razionale. Continuiamo a chiederci senza spiegazioni perchè quegli occhi siano penetrati così a fondo in noi.
Ci siamo innamorati della pura irrazionalità: Continuiamo a sognare il momento in cui torneremo tra quella gente che continua a morire, che continua ad essere felice così com'è senza chiedersi il perchè.
Anche noi dobiamo cominciare a farci meno domande ed accettarli così con le loro danze, con le loro tradizioni così misteriose che ci portano indietro nel tempo e ci catturano.
Monica e Massimiliano
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ESPERIENZA DI VOLONTARIATO
Non solo soldi ma anche lavoro - Quelimane luglio/agosto 2006
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ESPERIENZA DI VOLONTARIATO
Non solo soldi ma anche lavoro - Quelimane luglio/agosto 2006
Anche nel 2006 alcuni nostri volontari hanno
utilizzato le loro ferie per completare
una struttura a servizio di una Missione di Quilimane in Mozambico.
Qualche notizia sulla città
Dopo l'esperienza vissuta dal
folto gruppo di Amici in Alto Moloque (Mozambico), fra il 2005 e il 2006 un
altro gruppo fra i quali Luciano, Moreno e Giovanni è ripartito per una nuova
esperienza, sempre in Mozambico ma questa volta a Quilimane. La città conta
oltre 200.000 abitanti ed è un importante porto fluviale. La maggior parte
della popolazione vive nei barrios, quartieri
periferici dove le abitazioni sono case o capanne costruite con fango e canne,
col tetto di fronde di palme.
Il problema principale per la
popolazione è l’alto
tasso di malati di SIDA (AIDS), sopratutto bambini. E’ molto diffusa anche la
malaria nella stagione piovosa ed il colera soprattutto per mancanza di una
struttura fognaria.
Le nostre
impressioni
Al nostro arrivo l'incontro con i Missionari ed i volontari che operano a Quelimane, ed in particolare con la Dott.a Lucia
Franceschi, è stato caloroso e gioioso.
Il nuovo mondo con cui siamo entrati in contatto ci ha
coinvolti sia mentalmente che emotivamente.
La quotidiana convivenza con la realtà locale, il lavoro
di gruppo con gli africani per il completamento di un fabbricato da utilizzare
come alloggio per i volontari, ci ha calati in una dimensione da tempo
dimenticata nel nostro mondo: L’ essere legati all'essenzialità
Che dire della cronica
mancanza d'acqua, del seguire la preparazione del pranzo in condizioni
primitive, vederli lavorare scalzi in mezzo al cemento. Nonostante tutto, per
noi avevano sempre un sorriso.Quanta tenerezza i bambini che vivono nel BARIO
(ghetto) e si dividono tra l'accudire i fratelli minori e la scuola, che suddivisa in più turni, inizia alle sette del mattino per finire alle
sette di sera. Solo al momento del
ritorno ci siamo resi conto che l' Africa ci aveva cambiato. Ci è sembrato
strano rivedere tutti i nostri familiari, ad una velocità diversa, tanto che
per alcuni mesi continuavano a dire che fisicamente eravamo qui ma la mente era
rimasta in Africa.
Luciano al lavoro con un operaio |
L'amico Giovanni
Moreno con un bambino del barrio
Un grazie a
tutti da Luciano, Giovanni e Moreno
Esperienze dei Giovani
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I ringraziamenti delle suore
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Come in ogni esperienza di missione, è stato molto di più quello che abbiamo ricevuto noi volontari che quel poco che siamo riusciti a dare
I nostri giovani in Ecuador
Erica, Francesco A. e Francesco P. con Mauro e Selena, che fanno parte dell'Associazione e del Gruppo Missionario, dopo la loro importante esperienza in ECUADOR, colpiti dalla difficile situazione in cui vive la popolazione e dalla grande abnegazione delle suore hanno sentito il dovere di fare ancora qualche cosa per le Suore del Cottolengo e attraverso raccolta di fondi con varie iniziative sono riusciti a raccogliere una bella cifra che attraverso il nostro gruppo è stata spedita alle Suore.
Erica, Francesco A. e Francesco P. con Mauro e Selena, che fanno parte dell'Associazione e del Gruppo Missionario, dopo la loro importante esperienza in ECUADOR, colpiti dalla difficile situazione in cui vive la popolazione e dalla grande abnegazione delle suore hanno sentito il dovere di fare ancora qualche cosa per le Suore del Cottolengo e attraverso raccolta di fondi con varie iniziative sono riusciti a raccogliere una bella cifra che attraverso il nostro gruppo è stata spedita alle Suore.
I ringraziamenti delle suore
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Ecuador (Agosto 2011)
Con queste poche righe vorremmo raccontare la nostra breve esperienza in terra di missione vissuta quest'estate nel mese di agosto in Ecuador (Selena Pan, Francesco Piazza, Mauro Martignago, Francesco Artuso, Erica Abbiendi).
La prima metà di questo periodo noi ragazze abbiamo svolto la nostra attività nella capitale Quito: abbiamo organizzato un doposcuola con i bambini di uno dei quartieri più poveri della città e lavorato nella Caritas gestita dalle Suore Cottolenghine che dispensa vestiti, mobili e cibo a bambini e anziani. Inoltre abbiamo raccolto il materiale scolastico necessario a questi bambini per frequentare la scuola.
Noi ragazzi invece abbiamo trascorso la prima metà di questo periodo a Tachina un piccolo paesino vicino a Esmeraldas, nel nord dell'Ecuador, in una struttura per anziani poveri e abbandonati. Abbiamo aiutato i fratelli nella vita di tutti i giorni, ad esempio nell'alzare gli anziani o dar da mangiare ai non autosufficienti; poi come fisioterapisti, abbiamo trattato quegli anziani con difficoltà motorie, oppure allettati, collaborando alla realizzazione di una piccola stanza di fisioterapia all'interno di una struttura, assieme al personale locale.
Nella seconda parte di questa esperienza ci siamo riuniti tutti assieme a Manta, una città sulla costa a circa 400 km. dalla capitale, e qui abbiamo lavorato in un piccolo ospedale che ospitava prevalentemente malati terminali o in situazioni di grave difficoltà economica e sociale. Noi ragazze abbiamo operato come operatrici con mansioni infermieristiche, nella cura sanitaria ai malati; noi ragazzi abbiamo svolto l'attività di fisioterapia.
Quella che abbiamo vissuto è stata un'esperienza molto forte, di grande impegno, durante la quale non sono mancate le difficoltà; ma la gioia più grande è stato aver avuto la possibilità di conoscere delle persone straordinarie, estremamente accoglienti e generose, che ci hanno insegnato come guardare sempre avanti con coraggio nonostante le fatiche quotidiane e le condizioni di povertà e miseria in cui vivono.
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