Martedì 5 settembre è stato nostro ospite padre Stefano
Fazion, giovane missionario Comboniano originario di Valleggio sul Mincio, da anni impegnato nelle
missioni del Centrafrica.
L’incontro ha avuto inizio con la celebrazione della santa
Messa nella parrocchiale di Trebaseleghe, per proseguire con un ritrovo conviviale presso il
Ristoratorio e concludersi in uno scambio di informazioni presso la sala del Centro Giovanile, alla
presenza di un nutrito numero di aderenti all’Associazione Amici per l’Africa – Trebaseleghe.
Il Presidente Massimiliano Corda ha ripercorso i precedenti
rapporti intercorsi fra l’Associazione e padre Stefano e accennato al principale motivo dell’incontro
della serata, concedendo poi la parola a padre Stefano.
Quest’ultima ha parlato delle sue esperienze in terra di
missione e si è soffermato principalmente sul suo attuale impegno, come parroco della chiesa di Nostra
Signora di Fatima nella VI e XIII circoscrizione di Bangui, capitale della Repubblica
Centrafricana.
Ci ha impressionato la situazione socio economica e
sanitaria della nazione dove, pur vivendo in capitale, non esiste acqua potabile e non su pozzi privati e
nemmeno la corrente elettrica. La sanità pubblica è inesistente e oltre il 70% della popolazione è
analfabeta, per mancanza di scuole, alle quali accedono prevalentemente solo i maschi. L’aspettativa
di vita è di 47 anni, anche a causa della fortissima mortalità infantile, dove oltre il 50% dei
bambini non arrivano ai 5 anni di vita.
Questa situazione è aggravata dalla permanente instabilità
politica e dalle continue scorribande di bande rivali sostenute e alimentate da forze esterne che
puntano allo sfruttamento delle risorse minerarie di cui è ricchissimo il paese.
In questo quadro apocalittico padre Stefano svolge il suo
apostolato in una zona con forte presenza di musulmani che dopo la visita di Papa Bergoglio hanno
trovato un compromesso di pacifica convivenza fra le diverse religioni.
Stefano è impegnato nel suo ministero ma opera anche nel
mondo sociale per migliorare le condizioni di vita di questa parte di mondo, mettendo in
pratica con notevole impegno la tanto trita e ritrita frase pronunciata spesso senza alcun seguito dai
nostri politici: “aiutiamoli a casa loro”.
Il progetto che ci ha presentato nella serata è di
realizzare un pozzo per dotare l’attuale laboratorio analisi di acqua potabile, che sarà estratta con una pompa
funzionante a pannelli fotovoltaici.
Il progetto, salvo il reperimento dei fondi necessari
prevede in futuro uno sviluppo importante, con la creazione di un piccolo ospedale.
A conclusione della serata il Presidente, a nome
dell’Associazione, ha assicurato padre Stefano che ci faremo carico del finanziamento del pozzo.
Massimiliano Corda e Direttivo.