Riceviamo e pubblichiamo la
mail inviataci il 29 maggio 2014, dell'amica Monica Colla insegnante a Bangui,
presso il centro dove abbiamo costruito una scuola.
Qui da ieri sera la situazione è
un po' critica, i musulmani hanno tirato le granate in chiesa nel quartiere di
Fatima durante una celebrazione, e hanno sequestrato altre persone, questa
mattina, i corpi sono stati trovati lungo la strada, bilancio 68 morti e 50
dispersi e i feriti non si contano neanche.
Questa mattina volevamo uscire
con la macchina per portare un po' di medicine alla parrocchia di Fatima, ma ci
chiamano i Padri e anche le suore per dirci di non uscire, arriviamo a piedi
sino alla strada grande, dopo la messa e troviamo pieno di gente con i sassi in
mano che stanno mettendo il fuoco ai copertoni lungo le strade e ad alcune case
dei musulmani vicino alla moschea, nessuna macchina si muove, si tirano sassi
su tutte le macchine che escono, comprese le ambulanze, anche quella di
Patrizia che era uscita per raccogliere i feriti e che è dovuta rientrare.
Due giorni fa sono andata a
prendere all'aeroporto le suore che erano a Bambari, dove la seleka ha aperto
il suo quartiere generale, ha preso pessesso dell'unico ponte che permette
l'accesso in città e non lascia ne entrare ne uscire nessuno, neanche le
macchine degli organismi.
Le suore sono state evacuate
con l'aiuto dei militari, un carro armato è andato a prenderle a casa per
portare sino all'aeroporto e con un volo militare dei francesi, sono arrivate a
Bangui e così hanno abbandonato la missione, la casa e la scuola che era oramai
chiusa da 2 settimane, dall'arrivo degli ex seleka a Bambari.
Ecco come va qui, sembra che
non voglia più finire.
Monica
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