Bakhita,
un miracolo dell'amore
Bakhita ha
quattro anni, arriva in fin di vita, convulsando, per una brutta malaria
cerebrale. Mentre controlliamo le convulsioni e iniziamo il trattamento con il
chinino, organizziamo una trasfusione di sangue. Bakhita sopravvive ma sembra
rimanere, come purtroppo capita, con gravissime sequele neurologiche. Il corpo
è rigido, risponde ad ogni stimolazione con grugniti e pianti inconsolabili. Vi
confesso che ho provato grande rabbia e delusione. La mamma, dopo il pianto
iniziale, non si perde d'animo: pulisce, lava, nutre attraverso il sondino
nasogastrico la piccola con una cura e un coraggio toccanti giorno e notte. La
piccola migliora un pochino. Piano piano Bakhita inizia a deglutire, anche se
tre quarti del porridge non finisce al posto giusto. La mamma con infinita
dolcezza persevera. Insegnamo alla mamma semplici esercizi di fisioterapia che
esegue con diligenza. Dopo un paio di settimane dimettiamo la piccola Bakhita
che ha recuperato un pochino ma sembra restare con un danno cerebrale
importante. Incoraggiamo la mamma a continuare a casa e le chiediamo di portare
la bimba al controllo dopo un mese. Così fa, ma nessuno di noi riconosce
Bakhita in quella bimba sorridente, bellissima, con un vestito bianco di tulle
bianco che risalta sulla pella scura e allunga la mano per salutarci! La mamma
ci viene in aiuto: "E' Bakhita!". Siamo commossi. Non ci sono parole.
Un miracolo dell'amore! Non possiamo che tacere e adorare.