Domenica 10 settembre abbiamo avuto l'onore di essere invitati a
festeggiare i 50 anni di matrimonio da Bruno De Franceschi, l'ispiratore della
nostra Associazione.
Riportiamo
di seguito le pagine dedicate all'Associazione all'interno della sua
autobiografia.
GLI AMICI PER L’AFRICA Avevo ammucchiato un
bel po’ di ferie non godute a causa di quel corso da infermiere
professionale ed a settembre decisi di
accettare l’invito di Don
Silvano, era il nostro cappellano che
era andato a fare servizio nella
Missione di Usokami , e partii per il Tanzania .
Fu un’esperienza bella
. un Missionario della Consolata
ci portò a fare un giro per la zona
ed ebbi occasione di conoscere storia ed abitudini della gente che mi
rimasero come ricordo, ma anche mi servirono
nelle altre occasioni che ebbi di ritornare.
Fu quello il “ battesimo
africano “ che poi mi portò altre volte in quel paese a sostegno dei nostri
missionari della diocesi di Bologna.
Una delle prime volte mi fu chiesto , arrivando in Italia, di
occuparmi per trovare una cucina economica a legna per la missione, quella in
funzione era praticamente disfatta.
Durante le
peregrinazioni di ricerca incontrai alla
fiera di Trebaseleghe Terzo Pattaro un
artigiano che costruiva cucine artistiche e caminetti.
Spiegai quali erano le nostre esigenze ed egli acconsentì
di fare un preventivo che nonostante
fosse più elevato di altri venne
accettato.
Durante la fase di
costruzione andai a vedere come procedevano i lavori . Se avessi descritto ai
responsabili del centro missionario l’ambiente in cui Terzo stava lavorando si
sarebbero certamente spaventati.
Comunque la cucina a legna
con produzione di acqua calda, in
acciaio inossidabile ed una piastra spessa 5 centimetri fu pronta, trasportata a Bologna e spedita in
un container.
Si trattava di montarla
,invitai Terzo a rendersi disponibile aggiungendo che doveva pagarsi il
viaggio e partimmo.
La cucina fu montata con
successo e continua tuttora funzionare e
a dare acqua calda alle docce della casa dei padri e a preparare il mangiare ai
bimbi denutriti dell’ospedale.
LA NUOVA CUCINA ECONOMICA CON PRODUZIONE DI ACQUA CALDA |
Ma il tempo per mettere in funzione una
cucina non può durare un mese e nel frattempo che si fa?
Il pane era una ricercatezza
e le suore con le ragazze lo facevano ogni tanto utilizzando il forno della cucina.
Terzo decise di costruirne uno che potesse
servire anche ai denutriti dell’ospedale
.
Ma le pietre refrattarie ? il cemento
refrattario ? chiunque si sarebbe arreso.
Terzo inizia la costruzione del forno con mattoni di argilla |
Terzo disse che i nostri vecchi non conoscevano i mattoni ed il
cemento refrattario. Utilizzando i mattoni cotti al sole e l’argilla
fresca per unirli , costruì un
forno dal diametro interno di un metro e venti , poi lo stuccò tutto dentro e
fuori con argilla fresca .
( ovviamente le strutture
esterne di contenimento sono state
realizzate con mattoni cotti in fornace e cemento).
Lo riempì di segatura
( ce n’era in abbondanza ) e
l’accese ,
per tre giorni fumò da ogni parte .
Alla fine consumato il
combustibile , fece una grande pulizia
ed infornò il primo pane .
La soddisfazione fu grande ,
ma quel che conta è che si sono resi conto
che con materiali semplici si poteva
ottenere quello che si ottiene qui con i materiali più sofisticati.
Quel forno a distanza di
oltre 30 anni è ancora in funzione.
Ritornammo ancora varie
volte ad Usokami per un’altra cucina al Noviziato delle Minime e poi per altri forni e cucine
a Mafinga a Niakipambo ecc. e per cercare di trovare acqua potabile
senza però risultati soddisfacenti
Il forno funzionante a Pebane in Mozambico |
Per Terzo fu l’inizio di un
impegno nuovo che continua tuttora tanto che ha fondato una ONLUS GLI AMICI PER L’AFRICA e con un bel gruppo di volontari si prodiga
ad aiutare missionari che
chiedono aiuto in tutta l’Africa .
La trivella e il trattore per il suo trasporto
P.Piero
venuto in Italia per un po’ di riposo
sollecitò un vecchio amico Rino
Baccega di Toreselle per valutare
la possibilità di trovare una macchina
per fare pozzi in Africa. Rino e Terzo già erano in
contatto per altre iniziative
missionarie ed alla fine trovammo un
Artigiano che ci costruì una
trivella abbastanza semplice.
La attrezzammo con tutto
l’occorrente compreso un trattore
ed assieme a suppellettili e
letti per la Maternità la spedimmo a
Pebane .
E’ impossibile descrivere
la felicità di quell’uomo-prete
al vedersi arrivare nel cortile della missione il container con tanto Ben di Dio.
Il primo container inviato in Mozambico |
P. Zanetti la benedisse e cominciammo a forare
La soddisfazione fu
veramente grande quando spruzzò
fuori l’acqua.
P.Piero non ha avuto la soddisfazione di vederla ma sicuramente dal cielo ci guardava e ci
proteggeva.
Inizia lo scavo del primo foro |
Lo spruzzo del primo pozzo |
Molocue , Nampula
e al Gurue .
e non ci siamo fermati al
Mozambico.
Richiesti da missionari
vescovi e medici siamo andati in
Repubblica Centroafricana a costruire
una scuola a Bangui
Avviata la scuola a Bangui |
Altra costruzione al grezzo |
ed un piccolo ospedale per una dottoressa che lavora là .
Questi Amici che vanno dove sono richiesti , sono
sostenuti da un folto gruppo di persone
che non hanno la possibilità di partire
ma soltanto aiutano i partenti , raccogliendo fondi, procurando materiale, allestendo containers
,e preoccupandosi soprattutto della formazione , di tutti coloro che ci seguono
in questa bella –
pazza avventura .
Una spedizioni di gruppo di 15 volontari , ha fatto sorgere il centro pastorale di
Molocuè.
Particolare del centro pastorale di Alto Moloque |
Altri pozzi in Mozambico |
Quindi pozzi ed
opere varie in altre zone.
Che dire
dell’esperienza africana ? Umanamente parlando è stato un grosso
arricchimento . Da un punto di vista Cristiano
è stata una testimonianza che ho voluto dare: alle figlie innanzitutto poi alla mia
comunità parrocchiale.Testimonianza
di un’attenzione a quanti nel mondo sono molto meno fortunati di
noi ma che hanno tanto da insegnarci in essenzialità e nel saper essere contenti del poco niente
che hanno . Bruno
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