sabato 14 settembre 2019

INCONTRO CON I VOLONTARI DI RITORNO DA BEIRA




Martedì sera c’è stato un interessante e coinvolgente incontro degli Amici per l’Africa di Trebaseleghe con i volontari di ritorno da Beira in Mozambico.
Silvano Reginato e Fulvio Favaro hanno presentato e commentato alcune delle tante belle foto e filmati che hanno realizzato durante il loro periodo di permanenza in Africa.
Il folto gruppo presente ha potuto vedere il grande lavoro svolto dai nostri volontari per il progetto pozzi e per il progetto di recupero dei danni provocati dal tifone Idai nello scorso marzo lungo la costa Africana che ha interessato anche la città e l’entroterra della provincia di Beira.
Nel corso della presentazione i presenti hanno visto l’acqua sgorgare abbondante dai sei pozzi realizzati, la gioia dei tanti bambini  e donne presenti all’avvenimento, ammirare  anche alcune scene di vita locale e capire le tane difficoltà da loro incontrate ma superate con intraprendenza dagli stessi volontari.
A conclusione della presentazione è seguito un dibattito nel corso del quale, Agostino volontario di San Nazario, amico personale dell’arcivescovo Claudio Dalla Zuanna che li ha ospitati, ha messo in evidenza come questi due progetti hanno fatto incontrare le comunità di Trebaseleghe, San Nazario, Marostica e Trissino i cui volontari hanno immediatamente legato fra di loro, con grande spirito di collaborazione, diventando subito amici. All’incontro c’era anche una rappresentanza di volontari di quei paesi.
Particolarmente toccante l’intervento di Lucio Semenzato che con voce commossa ha ricordato la mamma, desiderosa di compiere una missione in Africa, sogno che non è riuscita a realizzare.
Il mio impegno e il mio viaggio ha continuato Lucio, sono stati un ringraziamento agli insegnamenti avuti dalla mamma. Ha poi concluso il suo intervento dicendo che l’esperienza fatta gli ha cambiato la vita e che sogna di tornare ancora a Beira, perché si porta nel cuore gli occhi pieni di felicità e spensieratezza  dei tanti bambini incontrati nei lunghi tragitti nella sperdute aree che ha visitato e gode della soddisfazione delle donne felici di non doversi più sobbarcare quotidianamente chilometri di strada per raccogliere qualche litro di acqua, per le necessità quotidiane.
Grazie a tutti per la bella serata e per il lavoro fatto in Mozambico.

Silvana Tommasini e Direttivo


Sul retro della trivella utilizzata per la perforazione dei pozzi, c’è il nostro logo storico e quello delle ditte che hanno sponsorizzato il progetto. Poco visibile fra le mani dei due operai, la foto ricordo di padre Piero De Franceschi protettore della nostra Associazione originario di Trebaseleghe e Missionario in Africa dove è morto tragicamente.
       Finito l’inventario delle cose necessarie per la realizzazione dei pozzi, Lucio con gli operai che indossano delle magliette sponsorizzate, posano per una foto ricordo prima di completare il carico e partire per una nuova impresa.


       Si parte per un nuovo viaggio sicuramente avventuroso come tutti gli altri. Non è facile districarsi dentro alla savana e alla foresta, dove non esistono strade ma solo sentieri o carrarecce.


Ecco uno dei tanti intoppi. Bisogna fermarsi. Dopo aver forato per ben tre volte, a causa della carreggiata troppo stretta, un grosso tronco ha provocato seri danni alla perforatrice. 

   I nostri tecnici non disperano. Con i rudimentali mezzi a disposizione e le mani fatate di Lucio, assistito da Andrea, si creano i pezzi di ricambio, si riparano i danni e dopo due ore di intenso lavoro si riparte verso
l’ignoto. Solo la guida africana conosce la destinazione e le difficoltà che ci aspettano.


       Le donne del villaggio avvisate del nostro arrivo e che realizzeremo un pozzo per la comunità, in breve tempo, lavorando sodo con delle piccole zappe, hanno dissodato e ripulito il terreno dove sorgerà il nuovo manufatto.

           Dopo un estenuante viaggio e prima di dare inizio ai lavori, è d’obbligo una abbondante colazione con l’irrinunciabile caffè scaldato nella cucina del posto. Silvano e Gabriele sono stanchi ma felici.


       Mentre gli uomini del villaggio riposano all’ombra di un grosso mango, i nostri volontari posizionano la trivella e danno inizio ai lavori di perforazione facendo calare i primi tubi.


       Dopo qualche ora di intenso lavoro, la trivella ha raggiunto una vena che grazie all’aria compressa immessa nei tubi, comincia a far sgorgare qualche zampillo d’acqua sporca.


       All’improvviso uno spruzzo più abbondante si trasforma in una intensa pioggia che fa scappare gli operai di servizio attorno alla trivella. La vena d’acqua è grossa e bene alimentata.


      Prima che esca dell’acqua potabile bisogna far scorrere molta acqua, perché si crei una capiente vasca di raccolta e si puliscano le tubature che pescano in profondità. Altri tecnici nei prossimi giorni dopo aver preparato un piano cementato installeranno le pompe a mano per rendere fruibile il pozzo.
Intanto i curiosi si sono assiepati per assistere all’andamento dei lavori.


Finito il lavoro di perforazione, mentre circondati da tanti curiosi si sta sistemato il materiale sui mezzi di      trasporto, prima di ripartire per una nuova avventura ci si ferma per il meritato pranzo. La cucina da campo è perfettamente funzionante.

    In tutti i villaggi il nostro arrivo richiama donne e bambini. Gli uomini più pigri osservano da lontano per paura di essere coinvolti nei lavori. Il buon Lucio, il più fotogenico della compagnia, posa per una foto ricordo con alcuni bambini e ragazzi del villaggio.

 Gabriele invece è addetto alla distribuzione dei gadget, dei biscotti e delle caramelle. Prima di lasciare il villaggio dove abbiamo visto tantissimi bambini c’è il rito della distribuzione. Assistito da alcuni operai che fanno da interpreti (veneto/portoghese), Gabriele spiega ai ragazzi di stare tranquilli perché c’è un regalo per tutti.


       C’è chi ha già finito il biscotto ed è invidioso dell’amico che lo sta ancora mangiando e chi invece (primo ragazzo a sinistra) tiene in mano il prezioso dono, forse per portarlo a casa a qualche fratellino più piccolo.


Prima della partenza è d’obbligo una foto ricordo almeno con i tanti bambini sbucati dal nulla.
        Ogni volta che si parte, lasciamo un pezzo del nostro cuore fra le tante persone che abbiamo conosciuto che all’inizio ci guardano con curiosità e alla partenza ci ringraziano confidenzialmente.
        Ci aspetta una altro villaggio, altri incontri e altre soddisfazioni.


Durante il nostri spostamenti abbiamo fatto un incontro tragicomico con questo motociclista che si stava recando al mercato di un villaggio vicino con il suo carico di maiali, capra e polli, tutti rigorosamente vivi e docili.


Non sono mancati anche degli incontri da brividi con questo con questo grosso serpente che non sappiamo se sia velenoso o meno. Meglio evitarlo.


Ancora più sorprendente la nostra meraviglia quando abbiamo incrociato un altro pozzo realizzato l'anno scorso.

Tutte le donne dei villaggi riunite attorno al prezioso pozzo in paziente attesa dei loro turni e intanto si fa solotto.
 


       Al nostro ritorno dopo qualche giorno, la soddisfazione di vedere il pozzo rifinito e funzionante dove due bambini che stavano trasportando dei viveri, hanno potuto dissetarsi.


     Commovente l’incontro con questi bambini che non possono andare a scuola perché non c’è ma che devono alzarsi presto al mattino per procurarsi una tanica d’acqua e lavare i panni per tutta la famiglia.
     Ci siamo lasciati con il cuore pieno di emozioni. Ci ha uniti la gioia di sapere che grazie al nostro        lavoro a questi e tanti altri bambini sarà risparmiata questa immane fatica


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