Centrafrica, continuano i
saccheggi dei ribelli, un’altra chiesa profanata
By Redazione
il Quintuplo on 5 maggio 2013 09:30 /
“I saccheggi sono un po’ diminuiti e si cerca di riportare la calma ma fino
a 10 giorni fa la situazione era terribile” riferiscono all’Agenzia Fides fonti
locali dalla Repubblica Centrafricana, dove bande legate ai ribelli della
coalizione Seleka imperversano su tutto il territorio, dopo aver conquistato a
fine marzo la capitale Bangui, costringendo alla fuga l’ex Presidente François
Bozizé. Secondo quanto risulta all’Agenzia Fides nel villaggio di Ouango (sul
fiume Oubangui al confine con la Repubblica Democratica del Congo) qualche
giorno fa i ribelli hanno bruciato 400 case, ucciso 9 persone a colpi di armi
da fuoco e di machete, hanno saccheggiato la chiesa cattolica e profanato il
tabernacolo.
“La popolazione non ama di certo i ribelli, che continuano a tormentarla.
Molti di questi non sono neppure centrafricani, provengono dal Ciad o da altri
Paesi, non parlano la lingua locale né il francese o l’inglese, solo l’arabo.”
dicono le nostre fonti. “I ribelli colpiscono soprattutto i cristiani e alcuni
commercianti musulmani approfittano della situazione e rivendono nei loro
negozi gli oggetti saccheggiati dai guerriglieri”. “Ma attenzione a non
generalizzare- avvertono le nostre fonti- diversi musulmani sono veramente
dispiaciuti della situazione e tentano di mediare per far cessare le violenze e
i saccheggi”.
“I leader di Seleka si sono
resi conto che con il terrore non si governa un Paese e stanno prendendo
provvedimenti per controllare le loro stesse truppe e smettere di saccheggiare
sistematicamente i civili, spesso sulla base di semplici voci e maldicenze, del
tipo “quella persona ha in casa la cassa dell’ospedale”. Basta questo perché il
malcapitato si veda piombare in casa di notte una banda armata alla ricerca del
denaro. Così non si può andare avanti”.
A Brazzaville (Gabon) è in
corso il vertice dei Paesi dell’Africa centrale per trovare una soluzione alla
crisi centrafricana. Uno dei punti in discussione è l’incremento della
consistenza delle truppe della FOMAC (la missione militare africana nel Paese)
da 500 a duemila uomini”
“Duemila soldati della FOMAC
possono aiutare a riportare un minimo di sicurezza nel Paese. L’Unione Europea
deve finanziare la missione per aiutare la popolazione centrafricana ha
ritrovare un po’ di serenità” concludono le nostre fonti.
(da Agenzia Fides)
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